"L'Italia è un Paese di contemporanei, senza antenati né posteri, perché senza memoria di sé stesso" Ugo Ojetti

Il progetto di un documentario sulla storia del campo di Ferramonti nasce proprio da questa necessità. Recuperare un pezzo di memoria di questo Paese, avvolto e nascosto tra le pieghe della Storia.

L'Istituzione dei campi d'internamento in Italia, evento emblematico che rappresenta la discriminazione razziale dell'epoca fascista, è un evento poco trattato in Italia, a molti anche sconosciuto.
Ciò è dovuto, in parte all'impietoso confronto che viene fatto automaticamente con i ben più famosi Campi di Sterminio Nazisti, ed in parte alla quasi tacita volontà di non approfondire in maniera esauriente un argomento complesso e spinoso dell'Italia dell'epoca. Un paese dilaniato dalla guerra, ridotto a macerie e vittima di continue e vergognose ingiustizie. A tutto questo non è mai stato dato il giusto risalto.

Sintomatico il fatto che – nonostante i libri pubblicati da Carlo Spartaco Capogreco, Francesco Folino e Mario Rende – negli anni nessuno Storico accademico abbia voluto cimentarsi nella ricostruzione della "vicenda Ferramonti". Il documentario parte da questo punto. Dal luogo dove sorgeva il campo, oggi quasi invisibile, alle testimonianze, i documenti, le foto, e persino l'eredità di quel periodo di prigionia. Una ricostruzione che ha l'intento, a 70 anni esatti dalla liberazione avvenuta nel 1943, di fornire allo spettatore un interessante e dettagliato spaccato storico, guidandolo alla riscoperta di un patrimonio culturale che, nel bene e nel male, va conosciuto. Perché non si può essere consapevoli del domani, se non si conosce il proprio passato.......